Lo stadio ultimo del processo alchemico che prende il nome di Grande Opera viene rappresentato, in gran parte delle opere ermetiche, con un colore, appunto il Rosso. I colori, oltre che simboli archetipici, erano anche oggettivamente quelli che apparivano nelle storte dei laboratori alchemici, per cui spesso a questo colore si associa il cinabro, minerale di colore rosso, spesso materia prima e finale del processo, come polvere di proiezione. Lo stesso cinabro, che è una combinazione appunto di Solfo e Mercurio, a sua volta simbolicamente rappresenta proprio la perfetta congiunzione degli opposti sessuali (androgino: Solfo e Mercurio) che a questa fase che è la Rubedo si associa (coniunctio). Quindi la Rubedo è sia la fase finale del processo che il suo “rosso” prodotto (pietra filosofale ed elisir di lunga vita, a seconda del processo esteriore o interiore che si è intrapreso). Dunque la Rubedo è sinonimo di realizzazione, trasformazione e perfezione della Materia. Ma per comprendere il senso della Rubedo occorre astrarre il concetto dalle sue specifiche realtà di manifestazione. Ad esempio in ambito psicologico corrisponde all’individuazione del Sè, ossia alla piena consapevolezza dell’uomo, che “sposa” la sua ombra e la rettifica, diventando quindi “strumento” trasformativo della realtà, non solo personale ma anche collettiva. Il percorso individuativo può essere ciclico per cui le “sublimazioni” (termine operativo associato al processo alchemico della rubedo) possono essere molte più di una (da 3 a 9 secondo diversi autori), fino a “comprendere” una consapevolezza nuova che può rendere l’uomo “artefice” e strumento di una trasformazione della realtà materiale condivisa (tutto il genere umano). Questo tipo di rubedo lo accosta alla figura del Cristo (a sua volta simbolo di rubedo come nella passione della morte e resurrezione/vittoria a cui inoltre associamo l’immagine della fenice e della palma pasquale). Quindi la perfezione dell’uomo è tale non solo nella piena conoscenza di sè (Piccola Opera) ma nel contribuire alla redenzione e trasformazione della Materia tutta (Grande Opera). Per questo motivo che alla Rubedo si associa anche l’Amore come quel sentimento unico che permette all’Uomo di trascendere la Materia sino a Sublimarla e renderla adatta all’Unione con Dio (rendere la Materia vergine per concepire il Cristo, ossia idonea alla pura forza vitale di Dio). Da questo ne deriva che l’immortalità del corpo (altro fine della Rubedo) coincide con la perfetta unione dell’Anima (che dal corpo origina) con lo Spirito (che dal cielo origina). In ultima analisi attraverso il Corpo rendere l’Anima degna di “concepire” (accogliere sarebbe più giusto) Dio. Ma esiste una Rubedo in Natura a prescindere dall’uomo, è la perfetta realizzazione di ciò che si è in potenza, motivo per cui il piombo aspira a diventare oro, un seme una quercia, un animale la sopravvivenza della sua specie, un uomo oltre la sopravvivenza la sua redenzione. Un movimento teleologico, indirizzato ad un fine, che è insito nel mondo materiale, in tutte e tre le sue forme (minerale, vegetale e animale) e di cui l’uomo ne rappresenta la sua massima potenzialità. Ed è per questo che lo stesso è chiamato a realizzare, trasformare e migliorare la realtà, non solo sua ma di tutto il Creato, e ciò è imprescindibile dai due aspetti fondamentali della rubedo, il rosso fuoco dello spirito (intelletto/solfo) e dal profondo rosso dell’amore (anima/mercurio).