La strana commistione tra la realtà e la fantasia fa riflettere di come un mito possa anche avere un origine “accidentale” non meno di come una costruzione delirante possa prendere spunto da episodi reali, ma l’immagine che ne deriva (o che forse ne è a monte dell’accaduto reale, ma questo è più complesso da spiegare) assume un connotato simbolico nella misura in cui gli viene attribuito un significato, che “tradisce” la natura di chi lo costruisce. Quando quel significato ap…pare universale poichè trascende il singolo stesso che lo attribuisce, allora il simbolo/Mito diviene “archetipico”, poichè rivela la Forma della Natura dell’uomo; come un delirio paranoideo, a prescindere del suo contenuto e dai suoi spunti reali, assume sempre la Forma della minaccia dell’uomo all’altro uomo, perchè (anche) questo è insito nella sua Natura…(C.F.)
“Si parla anche di altri favolosi portenti umani, che non sono tuttavia reali, ma inventati: sono simboli di una determinata realtà. È il caso di Gerione, re dell’Hispania, di cui si narra che fosse stato generato con tre corpi: in realtà, si trattò di tre fratelli tra cui esisteva una tale concordia che in tre corpi si dava quasi una sola anima. È il caso anche delle Gorgoni, meretrici anguicrinite, che con uno sguardo convertivano in pietra, aventi un unico occhio del quale si servivano a turno: in realtà, si trattò di tre sorelle di un’unica, uguale bellezza, quasi un unico occhio, che stupivano tanto chi le guardava da potersi credere che lo trasformassero in pietra.
Si immagina che le Sirene fossero tre, in parte vergini ed in parte uccelli, dotate di ali ed artigli: l’una cantava, l’altra suonava la tibia, l’altra ancora la lira. Attraevano con il proprio canto i naviganti e li facevano poi naufragare. In verità, le sirene furono delle meretrici: poiché portavano i passanti alla miseria, si è immaginato che li conducessero al naufragio (…)
Dicono poi che l’Idra fosse un serpente con nove teste, chiamato in Latino excetra, perché al caedere, ossia al tagliare, una testa ne nascevano tre. Consta tuttavia che Idra fosse un luogo che vomitava acque che devastavano una città vicina: al chiudere una delle bocche, se ne aprivano molte altre. Vedendo questo, Ercole prosciugò tali luoghi, chiudendo in tal modo le bocche da cui scaturiva l’acqua. L’Idra ha infatti preso nome dall’acqua.
Immaginano che la Chimera sia una bestia triforme, con il volto di leone, la coda di drago ed il corpo di capra. Alcuni studiosi dei fenomeni fisici dicono che non si tratta di un animale, ma di un monte della Cilicia che in determinati punti offre nutrimento a leoni e capre, in altri arde ed in altri è pieno di serpenti: Bellerofonte lo rese abitabile e per questo si dice che uccise la Chimera.
Fu l’aspetto a dare nome ai Centauri, per metà esseri umani e per metà cavalli: c’è chi dice che si trattasse dei cavalieri tessali, i quali, per come correvano da ogni parte in guerra, davano l’impressione di un unico corpo formato di cavalli ed esseri umani” (Isidoro di Siviglia, 570-636 d.c., Etimologie XI, 3)
Immagini: la decima fatica di Ercole contro il gigante dalle tre teste Gerione; “Scudo con testa di Medusa” di Michelangelo Merisi da Caravaggio, 1598, Galleria degli Uffizi, Firenze; “Ulisse e le sirene” di John William Waterhouse, 1891; Eracle e l’Idra di Lerna, olio su tela di Gustave Moreau, 1876, Art Institute di Chicago; La Chimera”, Fogg Art Museum, 1867, di Gustave Moreau; la “Chimera di Arezzo”, bronzo etrusco; Achille incontra Teti presso il Centauro Chirone, Bernardino Cesari, 1621-22, Collezione Fondazione Roma.