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La Coniunctio: dalla fonte mercuriale alla congiunzione (parte prima)

06 domenica Dic 2020

Posted by ferrarociro in Home

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Coniunctio, Jung, La fonte Mercuriale, Psicologia della traslazione, Re e Regina, Rosarium Philosophorum

“Guardatevi intorno, interrogate la vostra propria natura. Non vedete che, nell’uomo e negli animali, la fecondazione e la generazione avvengono, grazie alla particolare disposizione degli organi, in una totale oscurità, che viene mantenuta fino al giorno della nascita? — È forse in superfìcie, in piena luce, — o nelle profondità della terra, — nell’oscurità, — che i semi vegetali possono germogliare e riprodursi?” (Il Mistero delle Cattedrali. Fulcanelli. p. 115)

“In senso psicologico l’unione della coscienza (il Sol) con la sua controparte femminile, ossia l’inconscio (Luna), ha anzitutto un risultato indesiderabile: ne derivano animali venefici, come il drago, il serpente, lo scorpione, il basilisco, il rospo, poi vengono il leone, l’orso, il lupo, il cane, e infine l’aquila e il corvo. I primi ad apparire sono, dunque, gli animali a sangue freddo; poi vengono i predatori a sangue caldo; infine, gli uccelli rapaci o i divoratori di carogne, che sono animali del malaugurio. La prima progenie del matrimonio luminarie non è quindi granché rallegrante: ma questo può dipendere soltanto dal fatto che in entrambi i genitori è presente un male oscuro che si rivela nei figli, come sovente accade nella vita degli esseri umani” (Mysterium coniunctionis, Luna, p.139, C.G.Jung)

“Già all’inizio si incontra il drago, lo spirito ctonio, il “demonio”, la nerezza, la nigredo, come la chiamavano gli alchimisti, e questo incontro provoca sofferenza. La materia continua a soffrire, fino alla scomparsa definitiva della nigredo; ovvero, in termini psicologici, l’anima cade in preda alla melanconia, è imprigionata nella lotta con l’Ombra. Il mistero della coniunctio, il mistero centrale dell’alchimia, mira appunto alla sintesi degli opposti, all’assimilazione della nerezza, all’integrazione del demonio. Per il cristiano “risvegliato” si tratta di un’esperienza psichica molto importante, perché è un confrontarsi con la propria Ombra, con la nigredo, che rimane separata, che non può mai essere completamente integrata nella personalità umana. Nel dare un’interpretazione psicologica del confronto del cristiano con la propria Ombra, con la nigredo, viene alla luce la segreta paura che il demonio possa essere il più forte, che Cristo non sia riuscito a vincerlo del tutto. A livello psicologico, tutti questi simboli e tutte queste credenze sono interdipendenti: si tratta sempre di combattere contro il male, contro Satana, e di vincerlo, vale a dire di assimilarlo, di integrarlo nella coscienza. Nel linguaggio degli alchimisti, la materia soffre finché la nigredo non scompare; allora la “cauda pavonis” annuncerà l’aurora e sorgerà un nuovo giorno, la leúkosis o albedo” (Jung intervista di M. Eliade)

“La crisi identitaria diventa necessaria e funzionale, “ripetuta” diverse volte nel percorso di vita “apre” accessi nuovi da nuovi inizi. Il “nero più nero” è anche definito pertanto il “Caput artis”, e chi cura le anime sa quanto la conoscenza dell’ Ombra ed “il buio dell’anima” sono funzionali al “cambiamento” (J.Hillman. Psicologia Alchemica)

“Nella traslazione l’uomo si imbatte in ciò che non vorrebbe essere (l’ombra), in ciò che non egli ma l’altro è (realtà dell’altro) e in ciò che costituisce il suo non io psichico, l’inconscio collettivo” (C.G.Jung)

1 La Fonte Mercuriale

Il primo passo per comprendere cos’è la Coniunctio è il luogo (spaziale) e temporale (uno stadio, definito Nigredo) dove tale processo avviene. Spaziale è un termine fisico quanto astratto, come rivela il Fulcanelli è un luogo reale (dove non c’è luce, come sottoterra o nell’utero) ma anche astratto, come è nel mondo dell’inconscio, dove appunto non c’è la luce della Coscienza. Tale possibilità sembra essere legata quindi a quelle forze “oscure”, diremmo ctonie, che abitano il buio (un altra lettura ancora più fisica ad esempio è quella dell’energia oscura e materia oscura teorizzata da diversi fisici e che rappresenta la maggiore quantità del cosmo). E’ chiaro che lo stesso Hillman la definisce crisi identitaria, dove Jung ne osserva l’aspetto terribile e demoniaco, di questo luogo oscuro, spazio di passaggio per il cambiamento. La Coniunctio diventa nuovo inizio prima però è necessaria la morte e lo sposalizio con il mondo infero popolato da mostri e demoni (diremmo le nostre esperienze traumatiche). Noi diremmo che è lo spazio Mercuriale, quello del Caos Informativo, dove tale potenzialità (di vita e congiunzione) è possibile. Naturalmente, come già è stato detto, la Coniunctio determina la Coscienza dell’Uomo, nel senso della sua autoconoscenza (Coscienza collettiva della specie?) che va dalla conoscenza dell’Ombra, al riconoscimento dell’Altro dopo il ritiro delle proprie proiezioni fino ad identicarsi con il Sé (il processo d’individuazione). Sintetizziamo questa Fonte Mercuriale come la descrive Jung nel primo step della psicologia della Traslazione:la fonte mercuriale: rappresenta il luogo della trasmutazione, dal caos alla quinta essenza (evidenziabile al centro in alto, come stella), e racchiude tutti gli elementi necessari a tale processo: il quadrato determinato dalle quattro stelle ai lati, come il respingersi reciproco degli elementi (che rimanda al caos), la triplice fonte mercuriale di vita e cambiamento dinamico che conduce ai tre mondi inorganico, organico, psichico, la dualità dei due metalli preziosi oro e argento, sole e luna vivificati dall’amore degli dei che vince l’odio degli elementi, l’acqua permanente che si raccoglie nel bacino tondo o utero dove crogiolano gli elementi in metamorfosi che si ridurranno all’essere completo e unico. Tutto avviene qui, la prima immagine del Rosarium (scelto da Jung per illustrare tutto il processo della traslazione/coniunctio) mostra che la fonte Mercuriale inoltre si rigenera da sola, attraverso la ciclica ascesa e discesa dell’acqua permanente che la rappresenta, simbolizzata dallo stesso serpente mercuriale, come un processo di evaporazione e condensazione, che purifica il foetor sepulcrum e che rimanda inevitabilmente al ruolo attivo-passivo (testa che divora-coda divorata) del serpente uroborotico (ed al meccanismo di coobazione utilizzato nelle storte alchemiche). Un passaggio dal 4>3>2>1 (l’Assioma di Maria), che dai quattro elementi del caos va al Filius philosophorum. Tutto il processo della Coniunctio avviene in questa profonda e nera aqua mercurialis/vitae dove, vedremo, i due sposi (Re e Regina) si uniranno.

“Unisci ciò che è completo e ciò che non lo è, ciò che è concorde e ciò che è discorde, ciò che è in armonia e ciò che è in contrasto” (Eraclito Frammenti, 540-480 a.C.)

“Ognuno di noi è seguito da un’ombra. Meno questa è incorporata nella vita conscia dell’individuo tanto più è nera e densa” (C.G.Jung)

“Il processo d’individuazione ha due aspetti fondamentali, da un lato è un processo d’integrazione interiore, soggettivo, dall’altro è un processo oggettivo, altrettanto essenziale, di relazione. Nella traslazione compare l’incesto, che simboleggia l’unione dell’essere con sé stesso, è l’unione del simile col simile, stadio che segue immediatamente l’idea primordiale dell’autofecondazione. La cura della traslazione è, per il paziente, una rara e inestimabile occasione per ritirare le proiezioni, per integrare la personalità. Ogni traslazione ha sempre dal principio un aspetto oscuro, per la presenza dell’ombra nera, il sol niger, l’aspetto inferiore e nascosto della personalità. La realizzazione cosciente dell’unificazione interiore implica come condizione irrinunciabile il rapporto umano, perché senza il consapevole riconoscimento e l’accettazione di ciò che ci lega al prossimo non si dà sintesi della personalità. Permette al paziente stesso di conquistare la prospettiva necessaria ad una libera scelta” (C.G. Jung)

“Coniunctio, L’uomo senza relazioni non possiede totalità, perché la totalità è raggiungibile solo attraverso l’anima, la quale non può esistere senza la controparte, che si trova nel Tu” (C.G.Jung)

2 Re e Regina

Abbiamo visto nel precedente post il luogo dell’incontro, la Fonte Mercuriale, luogo di nascita e rinascita, dove la Materia si autogenera in un ciclo continuo di fine ed inizio. Nel passaggio successivo, seguendo lo schema Junghiano che utilizza le immagini del Rosarium Philosophorum, vediamo i protagonisti della Coniunctio, il Re e la Regina. I due protagonisti s’incontrano nelle loro vesti formali, scambiandosi la mano sinistra. Il “sentiero della mano sinistra”, come chiamato da altre forme di tradizione religiosa (tantrismo indiano), naturalmente allude al contatto oscuro, del mondo sotterraneo, diremmo dell’inconscio (e si ritorna alla fonte mercuriale). Quindi allude anche al mondo delle pulsioni, finanche “passionale” che è controbilanciato dal contatto delle mani destre, che è però “mediato” dai due steli recanti rispettivamente due fiori ed un ulteriore stelo con un solo fiore che incrocia i due, sostenuto da una probabile colomba dello Spirito Santo a sua volta unita alla stella della Quintessenza dell’immagine precedente. Quindi mentre il contatto “sinistro” è diretto (ombroso-inconscio e del cuore) il contatto “destro” è indiretto attraverso gli elementi aria e fuoco maschili e attivi (i due fiori), terra e acqua femminili e passivi. Il contatto della quaternità è assicurato dalla quinta essenza rappresentato dalla colomba dello spirito e della riconciliazione, che dovrebbe favorire l’unione dei quattro elementi separati. Jung definisce la somma dei tre steli con i cinque fiori un ogdoade, che vedremo diverrà nello step successivo un esade. I due regali personaggi sono incestuosi perché simili (in realtà nel passato spesso i reali erano parenti tra loro, come tralaltro le stesse divinità pagane), essi sono ancora nascosti nei loro panni convenzionali, ma qui si annuncia una prima familiarizzazione, (nel transfert psicoterapeutico un’eventuale reminiscenza del passato infantile, che sarà proiettata sul terapeuta nella traslazione). Jung individua inoltre l’importanza del rapporto determinati dalla libido divisa in esogamica (che favorirà la nascita della civiltà, la ricerca dell’oggetto sessuale fuori dall’ambito familiare-gruppo-tribù) e endogamica (incesto), che proibita sarà da spinta all’evoluzione spirituale dell’uomo. Ed è appunto l’incestuosità endogamica inibita che permette al mercurio autofecondante di spianare le sue spire ed allargare l’osservazione di sè, nel momento in cui ciò accade diventa attivo e sulfureo, quindi “libidico” ma inibito quindi conoscitivo, senza appagamento immediato. Quindi inibendo la carnalità del rapporto viene favorito il processo parallelo, appunto spirituale (o conoscitivo), e questo accade anche nella traslazione terapeutica. Ogni elemento contiene in se il suo opposto ed è per questo motivo che in questa fase abbiamo l’incontro con l’Ombra (in questo caso con la contropolarità sessuale) rappresentato dall’Anima. Le due figure rappresentano in effetti le controparti “interiori”, inconsce, opposte sessualmente ai due protagonisti della coniunctio. Quindi il Re è l’Animus della donna, la Regina l’anima dell’uomo. Mentre l ‘uomo e la donna (o il paziente ed il terapeuta) s’incontrano lo stesso lo fanno anche le “immagini” che hanno rispettivamente delle loro controparti sessuali, immagini “animiche”. Attratti da quel meccanismo oscuro, istintivo che chiamiamo eros (o libido) contemporaneamente però, con la presa di consapevolezza necessaria (la quintessenza?), autosvelano a se stessi l’immagine che hanno dell’altro di sé attraverso l’altro da sè. Passaggio che poi permetterà di riconoscere l’origine interiore della stessa (ritiro proiettivo ed accesso alla propria anima). Viene trasmessa dunque l’informazione insita nella materia stessa grazie al dono della Quintessenza che potremmo tradurre come intuito/intelletto che inizia a riconciliare gli opposti. Il Mercurio come è facile osservare presiede sia all’Eros passionale-istintivo-ctonico, necessario all’aggancio (delle due mani sinistre) sia alla conciliazione dei due simili (io e regina, lei ed il re) attraverso la relazione con l’altro (ognuno svela a se stesso l’immagine proiettata della controparte sessuale che porta dentro, che in ambito psicoterapeutico è quella acquisita con il genitore di sesso opposto) che permette infine alla coscienza di denudare la sua intimità, di svelare l’Ombra che la determina.

3 La nuda verità

Nello step successivo i due personaggi regali sono nudi, ed hanno compiuto l’unione dei simili (che precede sempre la congiunzione degli opposti). Gli steli sono diventati tre come tre i fiori, la prima opposizione “elementare” è stata risolta, l’incontro con l’Altro ha reso i due protagonisti non più estranei a se stessi, i veli pudichi sono caduti, ci si è spogliati delle difese al cammino della verità soggettiva di individuazione. L’uomo appare com’è veramente sotto la copertura dell’adattamento convenzionale, ossia l’Ombra. Potrà incontrarla e assimilarla al suo Io e potrà vedere la propria completezza. L’amore terreno viene unificato (nudità) e vivificato dallo spirito. L’uomo è tutt’uno con la sua natura ctonia. Il diretto contatto sinistro è venuto meno, ora il contatto sia sinistro che destro è mediato dai rami e dai fiori dei quattro elementi naturali, i fiori sono toccati dalla destra femminile che compensa la passività dei suoi elementi, e dalla sinistra maschile che compensa l’attività dei suoi elementi. Nella relazione i due inconsci si attraggono per arrivare all’unità, e il fuoco alchemico del processo all’inizio è temperato per arrivare poi alla massima intensità.

“La realizzazione della totalità è un processo intrapsichico che dipende essenzialmente dal fatto che l’individuo è in relazione con un altro individuo. L’essere in relazione è un modo di preparare e rendere possibile l’individuazione” (C.G.Jung)

La Solutio è il dolce naufragare nel mare magnum dell’indifferenziazione, visto non come dissoluzione (non esiste la dissoluzione vera e propria perché la Materia non scompare mai cambia forma o diventa energia) ma come azione di unione dissolvente tra estremi contrari, testa-coda, spirito-materia. Questa “possibilità” è resa tale sempre dal mediatore, dall’enzima catalizzatore o dall’azione fisica di calore o movimento. Il mediatore è l’Anima (rappresentata dalla colomba e dall’acqua nell’immagine), dall’alto e dal basso, quindi attraverso nobili fini e passioni oscure (in ambito spagirico diremmo che l’anima “anima” le forze fisiche e chimiche della solutio, compreso le famose dinamizzazioni omeopatiche). Un processo del genere porta gli elementi ad una fase originaria, indietro nel tempo (reincrudatio) e li avvicina al quantum caotico delle origini, ma per adesso vi è ancora l’anima come “tensione” che unisce e rende attivo il processo. Passione (soprattutto) e sentimento stanno “lavorando” per rendere la coniunctio possibile…

4 L’immersione nel bagno

La coppia regale di simili si immerge nell’acqua psichica dell’inconscio, l’altro mondo, il liquido amniotico dell’utero gravido che contiene in sé ogni elemento necessario alla creazione del nuovo essere completo. La vasca accogliente sta arrotondando il quadrilatero verso una forma circolare dove gli elementi non confliggono tra loro. I due sono uniti dalla colomba dello spirito e dall’acqua nutriente. Ci sono tutte le condizioni affinché maschile e femminile possano generare una nuova creatura e possano relazionarsi con l’altro da sé. L’essere in relazione dei due e la combinazione di Io e Tu apre la strada alla completezza e alla totalità, preceduta a sua volta dall’individuazione.

5 La Congiunzione

L’amplesso passionale che genererà il “filius philosophorum”, il Lapis, ha riportato i due nel caos primordiale, nella massa indistinta. Diventano uno nel corpo e rinunciano per un istante alla loro parte spirituale per diventare unione degli opposti a livello biologico e istintuale. Ma l’ambiente che li accoglie è acqueo, inconscio, profondo; lì nasce l’inizio di una gestazione, che è anche parallelamente il punto d’arrivo di un lungo processo e la meta di uno sforzo. La traslazione è ora al punto in cui si può incontrare l’altro al di là delle proprie proiezioni, che sono state assorbite, e ognuno dei due è divenuto uno da due, ha integrato l’Ombra e ritirato le proiezioni sull’altro, e dunque può accogliere l’altro per ciò che l’altro è e non per ciò che vuole che sia. Si contatta l’altro ma anche il proprio Sé. Il quattro si è ridotto a due, si trasformerà in Uno e lascerà il posto al terzo. Ma non prima che la coppia sia stata definitivamente “digerita” attraverso un processo lungo di cottura e coobazione, che lascerà quel “residuo” (morte e ascesa dell’anima) pronto ad essere rianimato (purificazione e ritorno dell’anima) come terzo…Continua. (C. Ferraro)

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